CANTANTI,
NON PUSHER
di
Maurizio Pluda
Ci
risiamo, il governo è tornato alla carica sulla questione delle
droghe. Con un rigurgito punizionista che annulla decenni di studi
e analisi sulla differenza tra droghe leggere e droghe pesanti. Tradotto
in soldoni, farsi una canna e farsi una pera per lorsignori (Fini
e compari di governo, ndr.) pari sono. Un giro di vite oscurantista,
financo antistorico. E un grosso regalo alle mafie che grazie al proibizionismo
fanno affari d'oro. Lorsignori però non si accontentano. Nella
loro crociata sono infatti arrivati a prendersela pure con le popstar
di casa nostra: "I cantanti facciano il loro mestiere".
Questa più o meno la linea nei confronti di chi ha osato contestare
da un palco o durante un concerto la svolta punizionista lanciata
da Fini. Ma stavolta i cantanti hanno risposto, e in tanti, con un
appello firmato dal gotha della scena musicale italiana...
Una
presa di posizione dura e militante. Che controbatte con intelligenza
e savoir faire all'intolleranza del governo. Ma come si fa a dire
che cannabis ed eroina sono la stessa cosa? Come si fa a dire che
non ci sono differenze fra uno spinello e una pasticca di ecstasy?
E ancora, puzza di Italietta anni '50 questa posizione, che non regge
alla più banale delle prove concrete: basta infatti fumarsi
una canna per rendersene conto. E senza fare come Clinton e D'Alema,
che tirarono ma senza aspirare...
Ciò detto, non resta che attendere. Il governo ha dichiarato
di voler andare avanti a testa bassa. Fini, in particolare. Che però
più che animato da buone intenzioni, sembra agire per spirito
di sopravvivenza: questa annunciata guerra alla droga sembra infatti
essere uno specchietto per le allodole. Un'iniziativa rivolta al suo
elettorato confuso dalla mediocrità della presenza di Alleanza
nazionale nel governo. Dove la vera destra sta da altre parti, quelle
che portano a Berlusconi e a Bossi...
L'APPELLO
DEI CANTANTI: BASTA CON IL MITO DELLA DROGA
Non usiamo questa parola come uno spaventapasseri. Dichiarare "attenzione
ai cantanti che dicono che la droga è un diritto" ha il
sapore di censura, suona un po' intimidatorio ed evoca un sottile
tentativo di voler limitare la libertà di opinione e di parola,
in antitesi con i principi della libertà di espressione sanciti
dalla Costituzione. Nessun artista "propaganda" o "incita"
dal palco il suo pubblico a fare uso di sostanze stupefacenti.
Basta demonizzare il mondo della cultura e dello spettacolo. Siamo
tutti per la vita. Noi anche per la salute e per la dignità
umana.
Depenalizzare non significa affermare che ci sono droghe buone e droghe
cattive: siamo tutti contro la droga, ma non possiamo far finta che
non ci sia differenza fra droga leggera (cannabis, marijuana, campari)
e droghe pesanti (eroina, ecstasy, cocaina).
E' fra i doveri dello Stato informare correttamente il cittadino sulle
conseguenze dell'uso delle varie droghe: ne ha buon diritto il cittadino,
naturalmente maggiorenne e adulto, che deve essere messo nella migliore
condizione di effettuare una scelta libera e cosciente. Diversamente,
gli adolescenti devono essere tutelati e difesi vietando ai minori
anche la vendita di alcool e di tabacco.
L'eroina, senza bisogno di leggi speciali ma solo con l'informazione
sui rischi e le conseguenze, è notevolmente diminuita. La vendita
di siringhe e acqua distillata nelle farmacie è ormai quasi
nulla. E' ormai fuori moda oggi parlare di quella "cultura dello
sballo" che abbiamo visto noi negli anni '70 e '80. Il mondo
è cambiato, la realtà di oggi è un'altra: c'è
"l'ecstasy del sabato sera", contagiosa, vigliacca, attraente
e facile soprattutto per i più giovani. Che vanno tutelati,
con particolare attenzione nei confronti dei minorenni, e convinti
a starne fuori con una informazione giusta ed efficace e un servizio
sanitario potenziato ed efficiente, pagato con le nostre tasse.
Dire
poi "chi fuma lo spinello passa all'eroina" è un
ovvio pregiudizio, così come dire che un solo bicchiere di
vino porta all'alcoolismo. Ci si ammonisce anche che l'uso disinvolto
di certe sostanze potrebbe portare gravi danni. Che cosa significa
"uso disinvolto"? Anche una forchetta può, con un
uso disinvolto, essere infilata in un occhio, ma non per questo ci
sogniamo di proibire le forchette. Ci sarà anche qualcuno che
ci casca ma questo non vuol dire che tutti quelli che si fanno qualche
spinello sono dei potenziali tossicodipendenti.
Una sola cosa hanno in comune lo spinello e l'eroina: lo stesso spacciatore.
Oggi pronto a vendere qualsiasi cosa davanti a qualsiasi scuola. Parificare
droghe leggere e pesanti non aiuta i giovani a comprenderne le conseguenze
e la pericolosità, punire addirittura il consumo spicciolo
con il carcere potrebbe influire solo in modo negativo sulla loro
vita futura.
Giusto o sbagliato, ma non è reato. Sui pacchetti di sigarette
voluminose scritte avvertono dei danni provocati dal fumo ma chi fuma
non commette reato.
Quando si parla di legalizzare, ci si riferisce NON alla droga in
genere, ma alla marijuana, in linea con vari paesi europei. Il che
non significa attentare alla salute della gente, esattamente come
legalizzare il divorzio non ha provocato il dilagare dell'immoralità
nella società e la liceità dell'aborto circoscritto
non ha provocato un ricorso esagerato al medesimo e tantomeno una
cultura della morte.
Ci si vuol dire per favore, quanti morti ha fatto la marijuna e quanti
ne fa l'alcool e il tumore al polmone indotto dal tabagismo? Qualsiasi
persona di buon senso sa bene che nessuno è mai morto per essersi
fatto uno o più spinelli, così come un bicchiere di
vino e un uso ragionato dell'alcool non danneggia il fegato. Legalizzare
non è una bestemmia. Significa semmai porre fine alla diffusione
incontrollata e smodata di droghe. Significa soprattutto privare la
criminalità organizzata dell'immenso valore aggiunto creato
dall'illegalità. E significa controllo sanitario del prodotto.
Vale la pena di ricordare che negli Stati uniti alla vigilia dell'abolizione
del proibizionismo, molte madri gridavano: "L'alcool di Al Capone
ha ucciso mio figlio in un mese". Dimenticando però che
l'alcool del mercato illegale, privo di controlli e prodotto senza
scrupoli e in perfetta ignoranza sanitaria, arrivava a contenere fino
al 5% di letale alcol metilico! Come dimostra la storia, il proibizionismo
è un vicolo cieco.
Consapevoli di parlare di argomenti che "non sono popolari"
ci appelliamo al buon senso di tutti e chiediamo al mondo politico
di non ricorrere alle invettive o a illazioni che attribuiscono ai
cantanti il ruolo di promotori della droga. Da loro ci aspettiamo
un dibattito costruttivo che eviti mistificazioni, strumentalizzazioni
e/o abusati luoghi comuni su eventuali "vite spericolate"
che tutti sogniamo a occhi aperti, a 20 anni come a 40, senza che
questo significhi "vite drogate".
Ringraziando tutti per la pazienza, ci scusiamo per il disturbo e
torniamo a fare il nostro mestiere.
Firmato
Vasco
Rossi, Ligabue, Giorgia, Paolo Conte, Jovanotti, Francesco Guccini,
Antonello Venditti, Enzo Jannacci, Fiorella Mannoia, Articolo 31,
Irene Grandi, Stadio, Gemelli Diversi, Francesco Renga, Laura Pausini,
Lucio Dalla, Negrita, Niccolò Fabi, Piero Pelù, Francesco
Baccini, Samuele Bersani, Frankie Hi-Nrg Mc, La Crus, Simona Bencini,
Avion Travel, Pacifico, Omar Pedrini, Daniele Silvestri, Zucchero
(1
Ottobre 2003)
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