MAZZINA ZECCA

Durante una spedizione archeologica sull'Isola di Sardegna, un'equipe continentale scopre che questa antica civiltà era tecnologicamente avanzatissima.

Rinvengono, infatti, dei giganteschi robot di bronzo, con una forma inconfondibile e soprattutto in perfetto stato di conservazione.

Uno degli scienziati del gruppo, il lombardo dottor Pirlo, decide di impossessarsene per iniziare la conquista del mondo in nome della "Padania Libera". Decide subito di eliminare i suoi colleghi che si sarebbero sicuramente opposti alle sue mire di potere, ma il sardo Franco Porqueddu riesce a scappare. Stabilito che Porqueddu non gli sarà di intralcio, Pirlo inizia a ripristinare i vecchi robot. Dopo aver rinvenuto e unito insieme un un uomo e un lupo, crea il bar(b)one Piero P., il suo primo luogotenente.

Passano alcuni anni e i nipoti di Porqueddu, Gnazio e Fisio, chiamano al telefono il nonno, sempre occupato nelle sue ricerche e ormai in solitudine nella sua casa ai piedi del Monte Spada. Proprio mentre stava parlando con gli amati nipoti, Porqueddu scorge le "maschere di ferruccio", i soldati costruiti da Pirlo, e tronca la comunicazione.

Allarmati da questo comportamento, Gnazio e Fisio si recano a casa del nonno e rimangono non poco sorpresi vedendola quasi rasa al suolo. Trovando intatto il passaggio che porta al laboratorio sotterraneo e alle cantine, i due ragazzi decidono di entrare e cercare le botti di cannonau del nonno. Dopo aver bevuto a canna per oltre un'ora, si ricordano di essere arrivati fino a lì per soccorrere il nonno, e riprendono così la ricerca. Lo trovano ma, purtroppo, il vecchio scienziato è ormai agonizzante.
In punto di morte Franco consegna a Gnazio Mazzina Zecca, un robot gigante, costrutito in "super lega di bronzo" ed incrociato con una vera zecca sarda, animale che prolifera durante la torrida estate isolana, fino ad arrivare a un peso di 10-12 kg. Mazzina Zecca è l'unica speranza del mondo e della Sardegna contro l'imminente invasione di Pirlo.

Con gli occhi pieni di lacrime e lo stomaco di vino, Gnazio sale sul "codder", la piccola astronave che si aggancia nel cranio del robot attivandolo. I suoi goffi tentativi di far muovere il robot attraggono l'attenzione di Franca Puddu, pilota di Abramite A, un robot dalle sembianze femminili costruito dal dottor Macis, amico di Porqueddu, utilizzando i progetti di Mazzina.
A differenza di Mazzina, però, Abramite A è un robot costruito per azioni di pace e non è dotata di nessuna arma, ma di due cyloum in acciaio e terracotta, un portacartine, un guscio di cocco e uno specchietto per la coca. Grazie all'aiuto della ragazza, Gnazio (oltre a imparare a frullare le canne "a bandiera") riesce a distruggere il primo mostro meccanico di Pirlo (i due festeggiano la vittoria con una coddata spaziale). Ma la lotta è appena iniziata...

 

TORRA A COA!!!